lunedì 30 settembre 2013

Timisoara, Bullfinch - September 2515

Mancava ancora qualche ora al matrimonio di Bolton. Vergil era stato invitato il giorno prima, e chiaramente lei è stata invischiata nell'ennesima cerimonia. Per lo meno non era sola. L'arrivo della famiglia Sterling-Ritter al completo le aveva dato un minimo di estro in più, certamente. Mentre Eir con Vergil si davano da fare per convincere Cecilia a vestirsie non inseguire FurFace in ogni angolo della Monkey, lei era seduta sul lettino della sickbay, in attesa del responso. Eleazar era sempre stato plateale le modo di porsi, la sigaretta tra le labbra bruciava senza che lui tirasse anche solo una boccata. Si stava gingillando a riordinare i cassetti, cosa che non faceva mai e Molly lo sapeva bene.

- Allora? Cazzosanto, Doc!
- Cosa, Cox?
- Come cosa? Allora... se ti ho chiesto un parere vorrei anche sentirlo, sai?
- Bhè, vuoi un parere medico o vuoi un parere d'amico?
- Perchè, c'è differenza?
- In effetti nel mio caso no, dato che non posso esimermi dal valutare i fattori clinici dietro tutta questa storia, è solo che sono ancora abbastanza sconvolto da questa rivelazione.

Molly stava cominciando a perdere la pazienza, ma almeno il dottore aveva deciso, dopo un sorso di vino, di sollevare la mano, scansando il ciuffo, per mettere un freno alla sua irrequietezza. 

- Sta buona. Non voglio ricominciare a discutere con te, non abbiamo tutto questo tempo e dai rumori che vengono dalla stiva direi che VJ sta dando del filo da torcere a tutti, lì dentro.
- Cristo Eleazar, ti ho chiesto solo di dirmi se secondo te, con i miei problemi con le pillole e tutto il resto ha senso e se posso... rimanere incinta.
- Puoi, se è questo il tuo dubbio. Da quello che riporta lo scanner non ci sono fattori che possano dar fastidio, certo, dovresti necessariamente smettere di bere e il fumo non ti aiuta, Cox. E' una tua scelta, il dolore lo dovrai sopportare un po' di più, considerato tutto ma è il male minore. Le pillole te le ha confezionate Haggerty?
- Aye.
- Allora sono tarate esclusivamente sulla tua resistenza e il tuo fisico, corretto?
- Corretto.
- Bene, allora non dovrebbero essere un problema se ti attieni alle dosi indicate e non esageri. Al massimo ne puoi assumere un paio al giorno, se dovessi davvero scegliere di fare questa cosa.
- Okay, due al giorno.

Non era okay, per niente. La sua espressione lo dimostrava ampiamente e mentre lo sguardo di Molly si fissava in un punto vuoto, quello rugginoso di Ritter era fisso su di lei. Chiuso un cassetto, allungò le dita flessuose, da pianista, verso la sua spalla. Lei trasalì, istintivamente, trovando a specchiarsi sul viso del Medico come non faceva da tanto. Lui aveva uno di quei sorrisetti tesi, quasi impercettibili, sfrontati e arroganti che gli si arrampicavano verso la guancia, sul lato sinistro.

- Vi sposate?
- Cristoddio no. 
- Era solo per chiedere.

Il Doc sollevò le mani in alto, arrendendosi alla cocciuta testardaggine della pilota; aveva però lo stesso identico sorriso di sempre, di chi la sa lunga, di chi ha già visto avanti e capito molto più di quanto voglia lasciar intendere. Lei lo fulminò con lo sguardo, finendo per osservare la faccia di Eir dietro ai vetri della sickbay mentre ringhiava qualcosa contro non si capiva chi. Sorrise.

- Voi come state?
- Come ci vedi: sani, vegeti, annoiati.
- Mh.
- Perchè?
- Come perchè? Adesso una non può nemmeno chiedere ad un amico come sta?
- Non era una domanda fine a sè stessa o quantomeno avresti risposto diversamente da come hai fatto. Ti conosco, Cox, non fare la furba con me, non ne sei in grado.

Si accese un'altra sigaretta, Molly non aveva notato nemmeno che fine avesse fatto la prima, spenta sotto la suola della scarpa del dottore. Avrebbe dato di matto, in condizioni diverse, ma era troppo presa dall'argomento. Strinse le dita, sospirando. Finì di aggiustarsi la camicia, perchè non aveva alcuna intenzione di vestirsi da femmina in un pianeta come quello, lo aveva già fatto su Tauron e finì la serata con gli stivali da cowboy sotto la sottana elegante, stavolta aveva scelto direttamente quelli ed un paio di calzoni, la camicia ordinata, roba pulita e semi seria, per carità, ma pur sempre priva di femminilità.

- Andiamo?

Ritter continuava a fissarla e lei era chiaramente a disagio. Annuì, impossessandosi del bicchiere e della bottiglia di vino, si diresse verso la moglie, per aiutarla, o meglio, per lasciarle in concessione l'alcol e aiutare Vergil con Cecilia. Lei seguì a ruota, trovandosi la ragazzina arrampicata addosso in men che non si dicesse. 

- Zia Cinghiale posso guidare io?
- Certo che puoi, 'Cilia.
- COX!
- Che c'è?

Le voci di Sterling e Ritter si levarono all'unisono, per redarguire la pilota che, ridacchiando consegnò la bambina ai genitori, ammiccandole complice: l'avrebbe fatta guidare comunque, che loro volessero o meno. A questo servono gli zii, no?