Sono almeno quaranta minuti che Molly
Cox è chiusa nella sickbay. Aveva assegnato a Trigger
un paio di commissioni e sapeva per certo che, a parte FurFace,
sulla Monkey Wrench non c'era nessuno. Sono quaranta minuti
che non fa altro che piangere come una bambina, chiusa nella sickbay
dall'interno, così che le porte spesse taglino via i singulti e
nessuno possa sentirla.
Ha dimenticato di comprare gli
antidolorifici. Quaranta minuti prima stava mettendo a soqquadro ogni
angolo di quella dannata infermeria ma non aveva trovato nemmeno una
pillola per sbaglio, magari conficcata in qualche cassetto.
Trentacinque minuti prima stava maledicendo sé stessa e la sua mania
per l'ordine, lanciando in aria tutto quello che poteva trovare,
prima di crollare in ginocchio e schiacciare la guancia sul pavimento
freddo.
Piange, e non ricorda nemmeno più per
chi sta piangendo. Se per il ragazzo che ama quanto un fratello,
che sente di non aver mai protetto abbastanza e che teme di aver
perso per sempre. Per il fratello che aveva trovato, le cui
scelte l'hanno spinta lontana, a seguire altre correnti, altre strade
e che inevitabilmente è cambiato, tanto da spezzarle il cuore. Se
per quello che erano stati, per la ciurma di cui percepiva
intimamente la più netta delle mancanze. Se per il dolore di una
spalla che non vuole farle dimenticare che per la follia di una
singola persona lei è morta. Se per quel senso profondo di colpa,
che le stringe la gola, ad essere tornata da dove non bisognerebbe
mai ritornare. Mentre si trascina contro una parete si riscopre a
sentire orribilmente la mancanza di sua sorella, del Dottore,
del genietto, di Sterling, di Cecilia,
del proprio padre, dello zio, ed inevitabilmente di
tutti i fantasmi con il quale alimenta da sempre quel lato
masochista di sé. Piange talmente tanto da non avere più lacrime,
da sentire l'acido sapore della nausea morderle le viscere, da non
vedere più nitidamente i contorni di quello che la circonda.
Striscia, tornando ventre a terra, tra la confusione che lei stessa
ha creato. Striscia, circondata da dolore, con le fitte che le fanno
salire il vomito in gola. Gli occhi che bruciano, le tempie che
esplodono. Striscia, perchè ormai non è più in grado di muoversi
senza pregare che arrivi qualcosa a mettere fine a tutto quanto. E
finisce per ritrovarsi ad immaginare lei, lo spettro rosso, con una
pistola puntata alla sua testa. Lei, che non ricorda minimamente come
la colpevole e che non riesce ad attribuirle davvero tutte le colpe.
Lei, che diventa la personificazione di una guerra che le ha
strappato quelli che più amava, il suo pianeta.
Una fitta, ancora, il pianeta che
scintilla in lontananza.
Una fitta, ancora, il ventre che si
contrae, la voce che muore in gola, senza riuscire a trovare la forza
di chiamare.
Chiamare chi?
Ha allontanato tutti, non è rimasto
che uno, uno soltanto, perchè in fondo ha già deciso. Sa che il
vecchio vuole andare a combattere, finire di santificare la propria
vendetta, per i propri figli, la propria moglie, le bambine. Erano
così belle quelle bambine.
La mano artiglia un cassetto, non ce la
fa a tirarsi su e piomba giù con tutto il contenuto.
L'hypospray scivola sul pavimento,
l'astuccio con i medicinali da campo si spalanca davanti ai suoi
occhi.
Il paradiso, all'improvviso.
Un paradiso chimico, fatto di false
illusioni, di temporanei sollievi.
La voce di Mordecai le
abbaia nella testa, tagliente e affilata come un bisturi di
precisione: diminuire.
La voce di Huck si
sovrappone a quella del medico – lei è un medico, lui è un
chimico Molly – lui che le raccomanda di
non finire con la bava alla bocca in una buca, uccisa dalle sue
stesse necessità. Lui, che finirà di sicuro con un proiettile tra
gli occhi alla prossima scommessa sbagliata.
E mentre le dita tremano cercando di
incastrare la cartuccia nell'hypospray si chiede se sia servito a
qualcosa salvargli la vita. Se non abbia fatto più male che bene. E
se, in fondo, qualsiasi azione lei faccia abbia davvero un senso.
La dannata capsula non vuole entrare, e
allora la rabbia monta, una furia che la vede scagliare lontano anche
quella flebile luce, lasciare che piombi il buio, che però è senza
sonno.
Una pallottola, una sola.
Il cinturone non è
lontano.
Sarebbe così facile. Ma non è cristiano. E allora che importanza potrebbe mai
avere?
Torna a strisciare, ventre nel fango
del proprio dolore. Sono ormai anni che è chiusa in quella sickbay,
troppo tempo per uscirne viva. Troppo.
E perchè lo sono ancora?
Il dottore lo saprebbe, ma lui non c'è
più e forse non sa nemmeno più tutto, come un tempo. Un tempo troppo lontano.
Andrè lo saprebbe, ma
nemmeno Dio sa in quale angolo del 'Verse è finito, lui, con la
banda di Wright.
Wright è uno stronzo,
con i fiocchi, di quelli che se non li incontri mai nella vita ci
guadagni soltanto. Eppure è uno stronzo che si becca le pallottole,
che agisce e soffre in silenzio, mentre tu stai piangendo,
Molly Cox, come un vitello al macello.
Va tastando sul pavimento della
sickbay, in quella nave che sa di casa solo nella misura in cui la
mattina riesce a svegliarsi con almeno qualche ora di sonno sulle
spalle. Va a caccia di qualsiasi cosa possa finire questa tortura,
uno stillicidio lento che nemmeno la morte potrebbe lenire.
E ancora, un segno dal cielo. Quella
capsula e il suo contenuto. Il contenuto che la fa sorridere,
nonostante le faccia male ogni singolo muscolo, e per sorridere,
disse una volta qualcuno, ce ne vogliono tanti, ma sempre meno di
quelli che si usano per imbronciarsi. Chissà cosa cavolo volevano
dire quelle stronzate, come la storia delle rughe d'espressione.
E intanto le dita scivolano sulla
pavimentazione, trovano la parte che manca del tutto. Trattiene il
fiato, si morde la lingua fino a farla sanguinare e poi ritrova
energia e fiato in un semplice suono.
*Click*
La fiala è inserita.
....
Trascinata spalle alla parete, con una
dose di morfina sparata nel braccio, le viene da chiedersi se è
davvero quella la sensazione che provava Ritter, o che
prova Andrè, ogni volta che allevia i propri pensieri
e le proprie sofferenze.
Forse era meglio un proiettile, almeno
era più pulito.
Tre ore di sonno.
Possono bastare.
Good night, and God
bless you all, my friends.
Noiserv
– Bullets on Parade
There was a time
when I spoke to death
but I was dead before
my ship in a parade
I'm just taking over
I said one just for the gun,
said two for the eyes
said three and start
shooting over
This is about the day
when I spoke with death
"but you're dead before"
they keep singing over
This is what?
Just feeling older
Finally I understood
that the parade is my head
and that kids in the garden
are only my thoughts...
I said one just for the gun,
said two for the eyes
said three and start
thinking over
This is about the day
when I spoke with me
But i'm a writer that spoke
still killing over
This is what?
Just feeling older
There was a time
when I spoke to death
but I was dead before
my ship in a parade
I'm just taking over
I said one just for the gun,
said two for the eyes
said three and start
shooting over
This is about the day
when I spoke with death
"but you're dead before"
they keep singing over
This is what?
Just feeling older
Finally I understood
that the parade is my head
and that kids in the garden
are only my thoughts...
I said one just for the gun,
said two for the eyes
said three and start
thinking over
This is about the day
when I spoke with me
But i'm a writer that spoke
still killing over
This is what?
Just feeling older