- Questa povera nave
ha bisogno di riposo, ragazza.
La voce di Trigger
riempiva la sala macchine. Lei stava lì ad ascoltare i motori che
faticavano. Non era un meccanico ma sapeva che qualcosa non andava, i
monitor in plancia continuavano a dare parametri completamente
sballati, e nessuno dei due riusciva a fare qualcosa per aggirare
l'ostacolo.
- Ci vuole un
meccanico.
- Ci vuole un
miracolo.
- Non essere
disfattista. Il problema è che Philip è sullo Skyplex, Jamie è
chissà dove, Djeval sta su Richleaf. Potrei chiedere ad Anya se gli
da un'occhiata, magari basta una riparazione superficiale.
***
La CEO di Capital City
era inguantata nella sua bella tuta da meccanico mentre cercava di
saldare alcuni pezzi ad uno dei booster. I propulsori avevano smesso
di funzionare come si deve almeno da un paio di giorni e per quel
motivo avevano deciso di non partire più dal pianeta verde,
aspettando che le riparazioni fossero completate. Dimitri
si occupava di analizzare quello che sarebbe servito in sala
macchine. La corazza ablativa ormai inutile era stata smontata da
alcuni tecnici del posto, pagati il giusto e senza riserve da parte
della pilota. Trigger cercava di tenere pulito, si sa
che i meccanici sono un pochino confusionari. Fortunatamente ad Oak
Town le cose non costavano troppo e sapeva dove andarle a
recuperare. Non era di certo Sunset, o il mercato nero, ma
qualcosa da parte l'avevano messa, in casi di emergenza. E la Monkey
in quello stato pietoso era un caso di emergenza.
- Potrei risentirmi,
sai?
- Cioè?
- Mi chiami per dare
un'occhiata alla nave ma non per salutarmi.
- Er... scusa. Hai
ragione.
- Scema, ti prendevo
in giro.
- Ahn...
- Che hai?
- Niente, che dovrei
avere? Sono preoccupata.
- Per Vergil?
- No, per la nave, non
è mai stata così mal tenuta. Devo trovare un meccanico.
- Bhè in effetti...
ma, Vergil dov'è?
- In giro, credo,
perchè?
- Bhè, volevo
salutarlo. Tu come stai?
- Io bene...
- Sai, ho visto il Doc
qualche tempo fa.
- Sì?
- Dice che si ritira.
- E' un'idea comune, a
quanto pare. Vergil vuole andare a vivere su New Melbourne, a fare i
pescatori.
Anya
scoppiò a ridere. La risata rimbalzò all'interno del propulsore
mentre Molly tendeva il cacciavite rosso, minacciosa.
- Che ti ridi?
- Scusa ma questa
vorrei proprio vederla.
- Guarda che erano
seri, lo diceva anche il Doc.
- E tu invece?
- Io?
- Sì, tu, che vuoi
fare sorellina?
- Lo sai che io so
fare una cosa sola: pilotare. Dove lo faccio poco importa.
Le chiacchiere si
susseguirono con calma, tra gli scherzi e le battute, questioni più
serie, come il passaggio di consegna tra Electra Williams
e Bill Blackbourne, vecchia conoscenza poco apprezzata
in ambiente Bounders, per quello che era successo in passato.
Lei ricordava perfettamente che volevano dare fuoco all'Eagle's Nest,
aveva aiutato anche a fare i sopralluoghi. In parte, Molly Cox
sentiva la nostalgia del condividere i voli con la sorella, le
riparazioni fatte su di una Monkey sempre presente.
Rivangarono i buchi nello scafo, gli incidenti di percorso, le
avventure ai limiti dell'assurdo. La sorella le era mancata davvero,
e la cosa era evidentemente reciproca.
- Ho sentito tuo
fratello, sai?
- Mh? E come sta?
- Bene.
La questione, così
com'era venuta a galla, sprofondò presto tra gli scherzi. Perchè in
fondo andava sempre a finire così, tra loro. Era un legame
sopravvissuto ad ogni difficoltà, morte inclusa, e, mentre salutava
la sorella che si allontanava, dopo una cena assieme, birre e risate,
non potè fare a meno di essere grata per ogni secondo passato con
lei, nonostante i suoi mille impegni. Le promise che sarebbe andata
con lei a trovare Declan Khan, un giorno di questi, tra
una consegna e l'altra avrebbe trovato il tempo, disse. E forse era
sincera.
***
- Kiddow, non c'è
speranza vero?
- Non ti abbattere
winger, non è così grave.
Nonostante l'intervento
di Anya all'esterno, la sala macchine, a detta di
Dimitri, necessitava davvero di un ottimo meccanico,
per cui fu costretta a cercare di contattare il ragazzo di Boros,
l'unico di cui si fidasse davvero. Aveva già preso il necessario, le
avevano detto che sarebbe stato necessario un nuovo modulo per la
griglia, e così si prese quantomeno il tempo per raccattare un pezzo
di ricambio, prima di partire. Philip era stato un
angelo, a rispondere alla chiamata.
- Sono stata fortunata
che tu fossi qui su Greenfield.
- Sì.
- Che ci fai, a
proposito? Ti credevo sullo Skyplex, con il tuo nuovo amico
Blackbourne.
- Quell'uomo mi
spaventa, lo sai?
- Ci credo. Non era
lui che aveva messo sotto Kayne?
- Aye, qualcosa del
genere.
La storia non era proprio
quella, ma Philip sapeva che Kayne voleva
partecipare all'incendio dell'Eagle's Nest con Neville
e Ritter. Lei si voltò a guardarlo, mentre esaminava
quello che c'era da fare. Si mise a lavoro con una certa alacrità, e
lei fece il possibile per aiutarlo, quando alla fine uscì una
domanda che la scosse terribilmente.
- Electra ha detto che
tu eri morta morta, sullo Skyplex.
- ...
- Non è possibile,
right?
- E'... complicato,
Philip. Che importanza ha, comunque? Adesso sono qui e sto bene, più
o meno.
- Quindi è vero?
Lei fece un profondo
respiro, rallentando fino a fermarsi. Gli occhi calarono in terra.
Strinse le dita, le labbra, maledicendo Electra Williams
e la sua boccaccia.
- Non avrei mai voluto
tu lo sapessi così. Io... Il mio cuore era scoppiato, letteralmente.
Hanno dovuto ricostruirlo con un'operazione chirurgica complessa. So
solo che apro gli occhi e mi ritrovo ad annaspare, senza memoria con
la faccia di Vergil che mi guarda. Mi hanno riacchiappata
dall'aldilà, sì, ma non è stato piacevole e a volte, mi chiedo
ancora se sia stato giusto.
Philip era
scosso, profondamente. La cosa lo trovò stupito e non in positivo.
Sapeva che avrebbe avuto quell'effetto, su di lui, una rivelazione
simile e per quello Molly non gli aveva detto la
verità, non voleva che ci rimanesse male.
- Mi dispiace ragazzo,
non volevo che lo sapessi, sapevo che mi avresti considerata...
strana, se l'avessi saputo.
- Quei bastardi si
sono presi anche questo.
- I'm sorry, kiddow.
- Pensi... Winger,
pensi che possano farlo anche con persone morte da molto tempo?
- Naye, credo che non
sia possibile. Non sono un medico, kid, non so dirti cosa serve ma so
per certo che non è un'operazione facile, c'è solo il due per cento
di possibilità di riuscita e il tutto costa davvero molto.
- Peccato...
Lui era ancora scosso,
lei si sentiva tremendamente in colpa. Mordendosi l'interno della
guancia, non riusciva nemmeno a sollevare gli occhi a guardarlo,
quando lui se ne uscì con un segreto, una condivisione che li
metteva sullo stesso piano. Sollevò lo sguardo, lo fissò e vide il
senso di colpa che lo mangiava da dentro.
- Non è colpa tua,
non te lo sei scelto. Dio lavora in maniera davvero strana, Philip.
- Non è una cosa di
Dio, poter far male alle persone.
- Dio ci da lo
strumento, ragazzo, è come usiamo quello strumento che fa di noi
persone buone o cattive. Si chiama libero arbitrio. Tu sei migliore
degli altri, kiddow.
L'abbraccio non se
l'aspettava, ma non si sottrasse di certo. Lo strinse, perchè in
fondo aveva imparato a volergli bene come se fosse parte di quella
strana famiglia troppo vasta per poterne vedere i limiti, così
eterogenea di personalità, tra le più controverse e le più docili.
Lo strinse forte, affettuosa, prima di sciogliersi e riprendere a
lavorare, assieme, finalmente riportando la Monkey
a funzionare di nuovo, con un peso in meno sulla coscienza.