domenica 16 giugno 2013

Greenfield, June 2515

- Questa povera nave ha bisogno di riposo, ragazza.

La voce di Trigger riempiva la sala macchine. Lei stava lì ad ascoltare i motori che faticavano. Non era un meccanico ma sapeva che qualcosa non andava, i monitor in plancia continuavano a dare parametri completamente sballati, e nessuno dei due riusciva a fare qualcosa per aggirare l'ostacolo.

- Ci vuole un meccanico.
- Ci vuole un miracolo.
- Non essere disfattista. Il problema è che Philip è sullo Skyplex, Jamie è chissà dove, Djeval sta su Richleaf. Potrei chiedere ad Anya se gli da un'occhiata, magari basta una riparazione superficiale.

***

La CEO di Capital City era inguantata nella sua bella tuta da meccanico mentre cercava di saldare alcuni pezzi ad uno dei booster. I propulsori avevano smesso di funzionare come si deve almeno da un paio di giorni e per quel motivo avevano deciso di non partire più dal pianeta verde, aspettando che le riparazioni fossero completate. Dimitri si occupava di analizzare quello che sarebbe servito in sala macchine. La corazza ablativa ormai inutile era stata smontata da alcuni tecnici del posto, pagati il giusto e senza riserve da parte della pilota. Trigger cercava di tenere pulito, si sa che i meccanici sono un pochino confusionari. Fortunatamente ad Oak Town le cose non costavano troppo e sapeva dove andarle a recuperare. Non era di certo Sunset, o il mercato nero, ma qualcosa da parte l'avevano messa, in casi di emergenza. E la Monkey in quello stato pietoso era un caso di emergenza.

- Potrei risentirmi, sai?
- Cioè?
- Mi chiami per dare un'occhiata alla nave ma non per salutarmi.
- Er... scusa. Hai ragione.
- Scema, ti prendevo in giro.
- Ahn...
- Che hai?
- Niente, che dovrei avere? Sono preoccupata.
- Per Vergil?
- No, per la nave, non è mai stata così mal tenuta. Devo trovare un meccanico.
- Bhè in effetti... ma, Vergil dov'è?
- In giro, credo, perchè?
- Bhè, volevo salutarlo. Tu come stai?
- Io bene...
- Sai, ho visto il Doc qualche tempo fa.
- Sì?
- Dice che si ritira.
- E' un'idea comune, a quanto pare. Vergil vuole andare a vivere su New Melbourne, a fare i pescatori.

Anya scoppiò a ridere. La risata rimbalzò all'interno del propulsore mentre Molly tendeva il cacciavite rosso, minacciosa.

- Che ti ridi?
- Scusa ma questa vorrei proprio vederla.
- Guarda che erano seri, lo diceva anche il Doc.
- E tu invece?
- Io?
- Sì, tu, che vuoi fare sorellina?
- Lo sai che io so fare una cosa sola: pilotare. Dove lo faccio poco importa.

Le chiacchiere si susseguirono con calma, tra gli scherzi e le battute, questioni più serie, come il passaggio di consegna tra Electra Williams e Bill Blackbourne, vecchia conoscenza poco apprezzata in ambiente Bounders, per quello che era successo in passato. Lei ricordava perfettamente che volevano dare fuoco all'Eagle's Nest, aveva aiutato anche a fare i sopralluoghi. In parte, Molly Cox sentiva la nostalgia del condividere i voli con la sorella, le riparazioni fatte su di una Monkey sempre presente. Rivangarono i buchi nello scafo, gli incidenti di percorso, le avventure ai limiti dell'assurdo. La sorella le era mancata davvero, e la cosa era evidentemente reciproca.

- Ho sentito tuo fratello, sai?
- Mh? E come sta?
- Bene.

La questione, così com'era venuta a galla, sprofondò presto tra gli scherzi. Perchè in fondo andava sempre a finire così, tra loro. Era un legame sopravvissuto ad ogni difficoltà, morte inclusa, e, mentre salutava la sorella che si allontanava, dopo una cena assieme, birre e risate, non potè fare a meno di essere grata per ogni secondo passato con lei, nonostante i suoi mille impegni. Le promise che sarebbe andata con lei a trovare Declan Khan, un giorno di questi, tra una consegna e l'altra avrebbe trovato il tempo, disse. E forse era sincera.

***

- Kiddow, non c'è speranza vero?
- Non ti abbattere winger, non è così grave.

Nonostante l'intervento di Anya all'esterno, la sala macchine, a detta di Dimitri, necessitava davvero di un ottimo meccanico, per cui fu costretta a cercare di contattare il ragazzo di Boros, l'unico di cui si fidasse davvero. Aveva già preso il necessario, le avevano detto che sarebbe stato necessario un nuovo modulo per la griglia, e così si prese quantomeno il tempo per raccattare un pezzo di ricambio, prima di partire. Philip era stato un angelo, a rispondere alla chiamata.

- Sono stata fortunata che tu fossi qui su Greenfield.
- Sì.
- Che ci fai, a proposito? Ti credevo sullo Skyplex, con il tuo nuovo amico Blackbourne.
- Quell'uomo mi spaventa, lo sai?
- Ci credo. Non era lui che aveva messo sotto Kayne?
- Aye, qualcosa del genere.

La storia non era proprio quella, ma Philip sapeva che Kayne voleva partecipare all'incendio dell'Eagle's Nest con Neville e Ritter. Lei si voltò a guardarlo, mentre esaminava quello che c'era da fare. Si mise a lavoro con una certa alacrità, e lei fece il possibile per aiutarlo, quando alla fine uscì una domanda che la scosse terribilmente.

- Electra ha detto che tu eri morta morta, sullo Skyplex.
- ...
- Non è possibile, right?
- E'... complicato, Philip. Che importanza ha, comunque? Adesso sono qui e sto bene, più o meno.
- Quindi è vero?

Lei fece un profondo respiro, rallentando fino a fermarsi. Gli occhi calarono in terra. Strinse le dita, le labbra, maledicendo Electra Williams e la sua boccaccia.

- Non avrei mai voluto tu lo sapessi così. Io... Il mio cuore era scoppiato, letteralmente. Hanno dovuto ricostruirlo con un'operazione chirurgica complessa. So solo che apro gli occhi e mi ritrovo ad annaspare, senza memoria con la faccia di Vergil che mi guarda. Mi hanno riacchiappata dall'aldilà, sì, ma non è stato piacevole e a volte, mi chiedo ancora se sia stato giusto.

Philip era scosso, profondamente. La cosa lo trovò stupito e non in positivo. Sapeva che avrebbe avuto quell'effetto, su di lui, una rivelazione simile e per quello Molly non gli aveva detto la verità, non voleva che ci rimanesse male.

- Mi dispiace ragazzo, non volevo che lo sapessi, sapevo che mi avresti considerata... strana, se l'avessi saputo.
- Quei bastardi si sono presi anche questo.
- I'm sorry, kiddow.
- Pensi... Winger, pensi che possano farlo anche con persone morte da molto tempo?
- Naye, credo che non sia possibile. Non sono un medico, kid, non so dirti cosa serve ma so per certo che non è un'operazione facile, c'è solo il due per cento di possibilità di riuscita e il tutto costa davvero molto.
- Peccato...

Lui era ancora scosso, lei si sentiva tremendamente in colpa. Mordendosi l'interno della guancia, non riusciva nemmeno a sollevare gli occhi a guardarlo, quando lui se ne uscì con un segreto, una condivisione che li metteva sullo stesso piano. Sollevò lo sguardo, lo fissò e vide il senso di colpa che lo mangiava da dentro.

- Non è colpa tua, non te lo sei scelto. Dio lavora in maniera davvero strana, Philip.
- Non è una cosa di Dio, poter far male alle persone.
- Dio ci da lo strumento, ragazzo, è come usiamo quello strumento che fa di noi persone buone o cattive. Si chiama libero arbitrio. Tu sei migliore degli altri, kiddow.

L'abbraccio non se l'aspettava, ma non si sottrasse di certo. Lo strinse, perchè in fondo aveva imparato a volergli bene come se fosse parte di quella strana famiglia troppo vasta per poterne vedere i limiti, così eterogenea di personalità, tra le più controverse e le più docili. Lo strinse forte, affettuosa, prima di sciogliersi e riprendere a lavorare, assieme, finalmente riportando la Monkey a funzionare di nuovo, con un peso in meno sulla coscienza.