domenica 16 giugno 2013

Richleaf, May 2515

La Monkey era ormeggiata da poco nello spazioporto di Maracay. La stiva aperta mentre consegnavano il minimo carico che erano riusciti a recuperare e qualche passeggero, utile a rientrare delle spese, almeno un minimo. Lei stava slegando la outback dai supporti, riavvolgendo la rete protettiva arancione in un bandolo compatto. I passi di Vergil risuonarono lungo la passerella.

- Sei sicura di quello che fai?

Lei sollevò lo sguardo, Trigger si sporse da dietro una pila di casse, guardando su, verso il capitano, e poi giù, a favore di Molly. I capelli di lei erano stretti in una coda alta, la tuta da pilota era leggermente aperta, sotto la solita canottiera scura e il rigonfiamento tipico di quelle medicine da cui non si staccava più.

- Mai stata più sicura, con la moto facciamo prima.

Vergil scosse il capo, prendendo a scendere le scale con calma, mentre rigirava in bocca il sigaro o quello che ne era rimasto, aveva addosso un paio di calzoni avana, gli stivali e una maglietta beige, la fondina rimmer al fianco, un armamento leggero, rispetto al solito. Le piastrine di Will Cox al suo collo, immancabilmente.

- Non era quello che intendevo, Molly.
- E cosa intendevi, Vergil?
- Sei sicura di volermi portare lì?
- I'm sure.

Gli bastò quella conferma, seppur rimase a lungo a guardare Molly direttamente in viso, prima che lei mettesse in moto il mezzo. Si voltò a cercare Trigger, gli sorrise, docile, assestandosi comodamente in sella.

- Sei sicuro che non vuoi che io...
- I'm sure.

L'uomo era deciso. Lei accompagnò la moto fino in fondo alla rampa di carico, aspettando Vergil che si preparasse. Lui ed il suo trench trasandato. Gli ammortizzatori fecero ciondolare il mezzo quando lui si mise comodo, alle sue spalle, e lei partì, seguendo strade che ricordava come fossero mappe. Non accelerò mai troppo, limitandosi ad un'andatura abbastanza uniforme, tagliando tra le case addossate, i vicoli e la gente che ammassava le strade. Lei non parlò per tutto il viaggio, al massimo rispose a qualche domanda che il Capitano le rivolgeva. Non era una situazione che le metteva ansia, ma era evidente che non si sarebbe mai tranquillizzata del tutto.

***

La casa non era cambiata di una virgola. Fu la prima cosa che notò, sedendosi ad una delle sedie di metallo e formica, scomodissime e sbiadite, appressate al tavolo da pranzo. Insistette a guardare la casa, mentre quel vecchietto che assomigliava a suo padre cercava di arrangiare un po' di caffè per tutti e tre. Lei insisteva sulla casa, non riusciva davvero a guardare il padre. Jacob Cox era invecchiato di venti anni in un tempo decisamente inferiore.

- Ti vedo bene, winger.
- Grazie. La casa è tenuta bene, ti aiuta Berta?
- Aye, sta sempre tra le palle.
- Papà!
- E' vero, non credo che il tuo amico si scandalizzi se dico che le donne stanno sempre tra le scatole.
- Non è questo, dovresti esserle grata di starti ancora appresso dopo così tanto tempo.
- Le sarei più grato se si facesse una vita e mi lasciasse marcire in pace. Ci vuole del bourbon, nel caffè, Mr. Neville.
- La prego, mi chiami Vergil.
- Vergil, lo vuole o no?
- No grazie.
- As you wish.

Jacob Cox continuava imperterrito a scavarsi la fossa da solo. La pelle aveva assunto una colorazione tendenzialmente giallognola, come tutte le persone che hanno dei seri problemi al fegato. Lei non poteva non notarlo. Si versò un'abbondante dose di alcol nella tazza di caffè e poi porse le altre ai due ospiti. Molly strinse le labbra tra loro in una morsa severa, stanca, cercando di contenere la rabbia che tornava a galla.

- Quindi lei è il Capitano della...
- Monkey Wrench, nave da trasporto.
- E la mia ragazza è il suo primo ufficiale.
- Esattamente.
- Povero Diavolo, è una vera rompiscatole, parola mia... ho dovuto buttarla fuori di qui a calci perchè mi lasciasse vivere la mia vita in pace.
- Vuoi dire buttare la tua vita in pace.
- It's the same damn thing, kid.
- Ti manda a salutare Trigger, Dad.
- ...
- E' ancora vivo, e adesso mi fa da co-pilota.
- Non credo sia il caso che un ex-galeotto come quello bazzichi per una nave da trasporto, rischiate di perdere un bel po' di clientela.
- Tu non ti preoccupare, io di certo non lascio un buon pilota a marcire nella merda solo perchè in passato ha fatto scelte sbagliate.
- Stai facendo dell'ironia, ragazza?
- No, sto semplicemente puntualizzando una cosa ovvia. Un buon pilota rimane un buon pilota, anche se si annega nell'alcol e nei sensi di colpa.

La mano di Jacob Cox impattò contro il tavolo, il piano sbiadito dal tempo. Tirò su col naso, guardando Molly con liquido astio, che veniva principalmente dai fumi che si levavano dalla tazza tra le sue mani. Lei non bevve nulla. Vergil invece rimase a guardare lei, che si faceva via via più grande e minacciosa, gonfiando il petto e assumendo una posa da cane rabbioso pronto al balzo finale alla gola. Le posò una mano sulla coscia, lei si afflosciò come un palloncino sgonfiato, cercando la sua mano con la propria, da intrecciarvi le dita, rimanere in tensione solo esteriormente.

- In realtà ero venuta solo per presentarti il mio uomo, ma visto che non ti interessa, suppongo di potermene tornare a lavorare.
- A me pare tu sia venuta solo per rinfacciare le cose, come al solito.
- Io non ti rinfaccio nulla, pà. Non l'ho mai fatto.
- Mi stai giudicando ancora, ragazza.
- No way. Scusa se ti voglio abbastanza bene da tenere alla tua vecchia pellaccia... jesus christ!
- Ho sentito dire che stai con il famigerato Joe Black.
- ...

Lei si era alzata, nonostante Vergil stesse a tenerle la mano, trattenerla in qualche modo, era pronta a tagliare la corda, eppure quella frase la inchiodò nuovamente sulla sedia, di peso. Lo sguardo di Jacob Cox era pregno di accusa, di rimprovero. Lei incassò la testa tra le spalle, sentendosi ancora una volta in colpa per niente.

- In realtà, Mister Cox, lui ha lavorato per noi, per qualche tempo, prima di mettersi in proprio e fare quello che fa.
- I see, quindi mia figlia non è un pirata, un assaltatrice di treni, una terrorista o cose simili, naye? E' solo un pilota, right?
- Yes, Sir. Solo un pilota.
- Perchè mi riesce difficile credervi?
- Questo non glielo so dire. So solo che sua figlia è il miglior pilota del 'Verse, che ha salvato molte persone dal fare una brutta fine e che è comunque rimasta sempre una persona di buon cuore, che lei ci creda o no, le cose stanno così.

Il vecchio aveva le spalle cadenti. Non aveva mai avuto le spalle cadenti, Jacob Cox. Aveva sempre avuto una postura fiera, non imponente e nemmeno aggressiva, ma solida, viva delle proprie convinzioni e comunque delle proprie responsabilità, ma ormai, quelle stesse responsabilità erano diventate un fardello troppo pesante da poter reggere e si era spezzato. Lo vide nei suoi occhi, acquosi, distanti, cerchiati di aloni neri e cupi, che non vedevano il sole, quello interiore, da molto, moltissimo tempo.

- Vi fermate per pranzo?
- Naye, dad. Abbiamo da lavorare.
- Good girl. Il lavoro vi porta il pane in tavola, bravi.

La stretta di Vergil si fece più pressante sulla sua mano. Molly si voltò a guardarlo, scrollando poi il capo nel leggere quella domanda non pronunciata ma evidente. Jacob era impegnato ad accendersi una sigaretta. I saluti furono brevi, come breve fu la visita. Il tempo di un caffè, i commiati classici di persone ormai estranee, prima di passare in officina a salutare Berta, ben più calorosa, tanto da strizzare Molly come una spugna, prenderla a buffi e pacche sulle spalle, spedendola sedere a terra nella polvere tra le risate generali. Aveva bisogno di alleggerire il senso di sconforto, Molly Cox, dall'aver incontrato ancora una volta lo spettro malandato del proprio padre. Vergil non le chiese nulla, fino a che non furono tranquilli, e lei, nel silenzio della loro cabina, si ritrovò a cercare la protezione di un abbraccio, la consolazione della presenza altrui al proprio fianco.