La Monkey era
ormeggiata da poco nello spazioporto di Maracay. La stiva
aperta mentre consegnavano il minimo carico che erano riusciti a
recuperare e qualche passeggero, utile a rientrare delle spese,
almeno un minimo. Lei stava slegando la outback dai supporti,
riavvolgendo la rete protettiva arancione in un bandolo compatto. I
passi di Vergil risuonarono lungo la passerella.
- Sei sicura di quello
che fai?
Lei sollevò lo sguardo,
Trigger si sporse da dietro una pila di casse,
guardando su, verso il capitano, e poi giù, a favore di Molly.
I capelli di lei erano stretti in una coda alta, la tuta da pilota
era leggermente aperta, sotto la solita canottiera scura e il
rigonfiamento tipico di quelle medicine da cui non si staccava più.
- Mai stata più
sicura, con la moto facciamo prima.
Vergil
scosse il capo, prendendo a scendere le scale con calma, mentre
rigirava in bocca il sigaro o quello che ne era rimasto, aveva
addosso un paio di calzoni avana, gli stivali e una maglietta beige,
la fondina rimmer al fianco, un armamento leggero, rispetto al
solito. Le piastrine di Will Cox al suo collo,
immancabilmente.
- Non era quello che
intendevo, Molly.
- E cosa intendevi,
Vergil?
- Sei sicura di
volermi portare lì?
- I'm sure.
Gli bastò quella
conferma, seppur rimase a lungo a guardare Molly
direttamente in viso, prima che lei mettesse in moto il mezzo. Si
voltò a cercare Trigger, gli sorrise, docile,
assestandosi comodamente in sella.
- Sei sicuro che non
vuoi che io...
- I'm sure.
L'uomo era deciso. Lei
accompagnò la moto fino in fondo alla rampa di carico, aspettando
Vergil che si preparasse. Lui ed il suo trench
trasandato. Gli ammortizzatori fecero ciondolare il mezzo quando lui
si mise comodo, alle sue spalle, e lei partì, seguendo strade che
ricordava come fossero mappe. Non accelerò mai troppo, limitandosi
ad un'andatura abbastanza uniforme, tagliando tra le case addossate,
i vicoli e la gente che ammassava le strade. Lei non parlò per tutto
il viaggio, al massimo rispose a qualche domanda che il Capitano
le rivolgeva. Non era una situazione che le metteva ansia, ma era
evidente che non si sarebbe mai tranquillizzata del tutto.
***
La casa non era cambiata
di una virgola. Fu la prima cosa che notò, sedendosi ad una delle
sedie di metallo e formica, scomodissime e sbiadite, appressate al
tavolo da pranzo. Insistette a guardare la casa, mentre quel
vecchietto che assomigliava a suo padre cercava di arrangiare un po'
di caffè per tutti e tre. Lei insisteva sulla casa, non riusciva
davvero a guardare il padre. Jacob Cox
era invecchiato di venti anni in un tempo decisamente inferiore.
- Ti vedo bene,
winger.
- Grazie. La casa è
tenuta bene, ti aiuta Berta?
- Aye, sta sempre tra
le palle.
- Papà!
- E' vero, non credo
che il tuo amico si scandalizzi se dico che le donne stanno sempre
tra le scatole.
- Non è questo,
dovresti esserle grata di starti ancora appresso dopo così tanto
tempo.
- Le sarei più grato
se si facesse una vita e mi lasciasse marcire in pace. Ci vuole del
bourbon, nel caffè, Mr. Neville.
- La prego, mi chiami
Vergil.
- Vergil, lo vuole o
no?
- No grazie.
- As you wish.
Jacob Cox
continuava imperterrito a scavarsi la fossa da solo. La pelle aveva
assunto una colorazione tendenzialmente giallognola, come tutte le
persone che hanno dei seri problemi al fegato. Lei non poteva non
notarlo. Si versò un'abbondante dose di alcol nella tazza di caffè
e poi porse le altre ai due ospiti. Molly strinse le
labbra tra loro in una morsa severa, stanca, cercando di contenere la
rabbia che tornava a galla.
- Quindi lei è il
Capitano della...
- Monkey Wrench, nave
da trasporto.
- E la mia ragazza è
il suo primo ufficiale.
- Esattamente.
- Povero Diavolo, è
una vera rompiscatole, parola mia... ho dovuto buttarla fuori di qui
a calci perchè mi lasciasse vivere la mia vita in pace.
- Vuoi dire buttare la
tua vita in pace.
- It's the same damn
thing, kid.
- Ti manda a salutare
Trigger, Dad.
- ...
- E' ancora vivo, e
adesso mi fa da co-pilota.
- Non credo sia il
caso che un ex-galeotto come quello bazzichi per una nave da
trasporto, rischiate di perdere un bel po' di clientela.
- Tu non ti
preoccupare, io di certo non lascio un buon pilota a marcire nella
merda solo perchè in passato ha fatto scelte sbagliate.
- Stai facendo
dell'ironia, ragazza?
- No, sto
semplicemente puntualizzando una cosa ovvia. Un buon pilota rimane un
buon pilota, anche se si annega nell'alcol e nei sensi di colpa.
La mano di Jacob
Cox impattò contro il tavolo, il piano sbiadito dal tempo.
Tirò su col naso, guardando Molly con liquido astio,
che veniva principalmente dai fumi che si levavano dalla tazza tra le
sue mani. Lei non bevve nulla. Vergil invece rimase a
guardare lei, che si faceva via via più grande e minacciosa,
gonfiando il petto e assumendo una posa da cane rabbioso pronto al
balzo finale alla gola. Le posò una mano sulla coscia, lei si
afflosciò come un palloncino sgonfiato, cercando la sua mano con la
propria, da intrecciarvi le dita, rimanere in tensione solo
esteriormente.
- In realtà ero
venuta solo per presentarti il mio uomo, ma visto che non ti
interessa, suppongo di potermene tornare a lavorare.
- A me pare tu sia
venuta solo per rinfacciare le cose, come al solito.
- Io non ti rinfaccio
nulla, pà. Non l'ho mai fatto.
- Mi stai giudicando
ancora, ragazza.
- No way. Scusa se ti
voglio abbastanza bene da tenere alla tua vecchia pellaccia... jesus
christ!
- Ho sentito dire che
stai con il famigerato Joe Black.
- ...
Lei si era alzata,
nonostante Vergil stesse a tenerle la mano, trattenerla
in qualche modo, era pronta a tagliare la corda, eppure quella frase
la inchiodò nuovamente sulla sedia, di peso. Lo sguardo di Jacob
Cox era pregno di accusa, di rimprovero. Lei incassò la
testa tra le spalle, sentendosi ancora una volta in colpa per niente.
- In realtà, Mister
Cox, lui ha lavorato per noi, per qualche tempo, prima di mettersi in
proprio e fare quello che fa.
- I see, quindi mia
figlia non è un pirata, un assaltatrice di treni, una terrorista o
cose simili, naye? E' solo un pilota, right?
- Yes, Sir. Solo un
pilota.
- Perchè mi riesce
difficile credervi?
- Questo non glielo so
dire. So solo che sua figlia è il miglior pilota del 'Verse, che ha
salvato molte persone dal fare una brutta fine e che è comunque
rimasta sempre una persona di buon cuore, che lei ci creda o no, le
cose stanno così.
Il vecchio aveva le
spalle cadenti. Non aveva mai avuto le spalle cadenti, Jacob
Cox. Aveva sempre avuto una postura fiera, non imponente e
nemmeno aggressiva, ma solida, viva delle proprie convinzioni e
comunque delle proprie responsabilità, ma ormai, quelle stesse
responsabilità erano diventate un fardello troppo pesante da poter
reggere e si era spezzato. Lo vide nei suoi occhi, acquosi, distanti,
cerchiati di aloni neri e cupi, che non vedevano il sole, quello
interiore, da molto, moltissimo tempo.
- Vi fermate per
pranzo?
- Naye, dad. Abbiamo
da lavorare.
- Good girl. Il lavoro
vi porta il pane in tavola, bravi.
La stretta di Vergil
si fece più pressante sulla sua mano. Molly si voltò
a guardarlo, scrollando poi il capo nel leggere quella domanda non
pronunciata ma evidente. Jacob era impegnato ad
accendersi una sigaretta. I saluti furono brevi, come breve fu la
visita. Il tempo di un caffè, i commiati classici di persone ormai
estranee, prima di passare in officina a salutare Berta,
ben più calorosa, tanto da strizzare Molly come una
spugna, prenderla a buffi e pacche sulle spalle, spedendola sedere a
terra nella polvere tra le risate generali. Aveva bisogno di
alleggerire il senso di sconforto, Molly Cox, dall'aver
incontrato ancora una volta lo spettro malandato del proprio padre.
Vergil non le chiese nulla, fino a che non furono
tranquilli, e lei, nel silenzio della loro cabina, si ritrovò a
cercare la protezione di un abbraccio, la consolazione della presenza
altrui al proprio fianco.