Atterrare a Safeport le aveva
sempre messo una strana sensazione addosso. Non era un posto
raccomandabile, eppure, fintanto che aveva Trigger
accanto e stava in alcun posti, ben sicuri, poteva quasi sentirsi
libera. Una sensazione ambigua, a cui non sapeva dare spiegazioni né
cercava di farlo. Forse perchè, in fondo, le persone a cui teneva di
più si erano sempre rifugiate lì, lontane dalla minaccia Blues.
L'unico problema di quel pianeta era al pioggia. Continuava a cadere
da giorni e non aveva la benchè minima voglia di uscire. Vergil
si trovava sulla luna di Boyd e lei non poteva far altro che
pregare che non tornasse a bordo con l'ennesima cassa di Mudder's
milk.
Quattro casse di ricambi per il mercato
nero, riciclati e recuperati da carcasse nello spazio: era questo il
carico che dovevano portare su Safeport. Sapeva anche che
doveva trovare qualcosa, un lavoro per poter in parte ammortizzare il
carburante. Le spese continuavano ad essere alte e faceva il
possibile per far quadrare ogni cosa. I prezzi erano rincarati e
l'ultimo grosso intervento sulla Monkey aveva svuotato loro le
tasche. Il The Machine era frequentato sempre dalla solita
gente, per cui gli introiti non erano tali da poter supportare i
trasporti intersistemi. Ma doveva tirare duro, fare il pilota era
l'unica cosa che valeva davvero la pena fare. Sotto la pioggia si
fanno gli incontri più strani, perchè in fondo tutti avrebbe
pensato di vedere eccetto che Haggerty. E, se non fosse
stato per una testa di cazzo che si era permesso di fare commenti sul
suo sedere, probabilmente sarebbe sfilato via con la pioggia: a volte
è destino.
Il chimico le raccontò di come si era
messo in proprio, di come si era comprato una nave, di come i debiti
lo perseguitassero, tanto quanto la sfiga. Le disse che lavorava sia
per Blakbourne e lo Skyplex, sia per Black
e la sua ciurma. Chiacchierarono, familiarmente, mentre lei spendeva
le solite parole a favore di un suo lesto ritirarsi, del cercare di
tenere salva la pelle, evitare di finire nei casini.
- Dirò che sono amico di Joe Black.
- Io non so quanto ti convenga, al
giorno d'oggi, dire una cosa simile. C'è chi non lo ama
particolarmente.
- Allora dirò di conoscere Jack
Rooster.
- Io fossi in te eviterei proprio i
nomi, chiudi la bocca, tieni la testa bassa e corri.
I consigli in fondo erano sentiti,
perchè Huck era pur sempre un Corer. Lo vide
allontanarsi di corsa, lo seguì finchè le fu possibile e poi
convinse Trigger a scendere e chiudere la nave.
- Dobbiamo andare a cercare qualche
altro lavoro, Trig.
- Aye, kid. Però credo che sia meglio
se rimani qui.
- No way. Io vengo.
- Listen... riesco a tirare su qualche
lavoretto in più se non ci sei.
- Io sono il primo ufficiale.
- I know, ma sei una donna, e agli
uomini duri farsi mettere i piedi in testa da una ragazza non è che
piaccia molto.
- ...
- Lo sai che ho ragione. Staremo tutti
più tranquilli. Ti lascio in un posto sicuro, naye? Così non devi
stare qui chiusa a pensare alla scorta di Mudder's Milk che ci
aspetta.
- Damn... I really hope not.
Lui rise, e nel mentre scivolarono
fuori dalla nave, chiusa con i codici di sicurezza. Presero una jeep,
un tipo, vecchia conoscenza di Trig, quando era un
pilota dell'esercito indipendentista. Non potevano trovare posto
migliore dove mollarla: Devil's Den.
Frenarono e la scaricarono lì, come si
mollano i bambini nel cortile della chiesa prima di scappare a
sbronzarsi da qualche parte. Non ne era felice, ma sapeva che se
dovevano lavorare era il modo più rapido per trovare qualche
ingaggio. Il destino però non aveva finito con lei. Si ritrovò a
salire sul porticato davanti al locale e posare lo sguardo su di un
viso talmente familiare da rubarle il respiro.
- Andrè...
- Suprise... suprise...
- It's really you!
Il tempo nella sua testa si era
fermato. Quel sorriso stregattesco che si arrampicava d'istinto fino
agli occhi completamente persi, liquidi di follia e un pizzico di
spensieratezza. Lo avrebbe riconosciuto nonostante il suo essere
pallido e scavato, il dolore che gli serpeggiava sotto pelle, le
ferite invisibili dell'anima. Dovette toccarlo, per essere sicura che
non fosse un miraggio,uno scherzo delle pasticche o del dolore, che
percepiva, sempre, immancabile, e non la faceva dormire. Il pad al
polso lampeggiava, ma non aveva importanza. Era fuori.
I compari del Profeta di Shadetrack
reclamavano la sua attenzione, e lei non potè far altro che
guardarlo, gustarsi la ritrovata libertà dell'ennesimo spicchio
d'anima.
- Non sai quanto ho pregato per te.
- Allora mi hai salvato, sorella.
Di solito dicono che le sorprese
vengono sempre a tre a tre. I suoi occhi si distraevano poco sa
Andrè, una sorta di incredulità era radicata nel
profondo di lei, così quando vide Philip, non si stupì
e semplicemente accantonò il tutto come l'ennesima allucinazione.
Venire smentita tre volte di fila nell'arco della giornata le fece
dubitare di avere ancora un minimo di buon senso, o di sesto senso,
in ogni caso, di senso e basta. Il biondo con lo stranissimo accento
lo richiamò, così come il ragazzo con la barba. I loro visi non
erano nuovi, ma l'arrivo di Philip spazzò via ogni
tentativo di mettere a fuoco tra i ricordi annebbiati.
- What the f...?!?! Kiddow!
- Winger!
Non riuscì nemmeno a concludere, che
si ritrovò a dover uscire di lì. Il c-pad continuava a suonare ed
era una chiamata che non poteva ignorare. Non poteva davvero
accantonare quel richiamo, così fu costretta ad uscire. Uscire, con
la chiara volontà di rientrare, di capire cosa diavolo ci facesse il
ragazzo lì. Andrè non se la cavò a buon mercato,
giacchè lei insistette, non poco, perchè il ragazzo si facesse
controllare da un medico, vista la cera non propriamente sana.
Trigger stava passando a
prenderla, dopo aver recuperato un lavoro, al volo, e con la presenza
di Vergil che tornava a brillare. Un messaggio,
ritardato dai problemi di comunicazione con Boyd's, che
chiedeva di passarlo a prendere e puntare su Phoenix.
Avrebbero dovuto fare tappa a Bullfinch, per mollare un paio
di passeggeri, ma forse ce la potevano fare.
- Sembra che tu abbia visto un
fantasma, winger.
- Almost... Philip.
- Philip, our Philip?
- Aye...
- Che cazzo ci fa lui qui?
La portiera della jeep sbattè
ruomorosamente, mentre lei si accomodava sul sedile posteriore,
strisciando contro il tessuto sintetico, bagnato dal suo poncho
zuppo.
- God only knows.
- Bah.
Lei scrisse un messaggio, una domanda
semplicemente:
“Ancora non mi hai detto che ci
fai a Safeport, Kid”
La risposta lampeggiò a breve sul
display del pad:
“Non posso dirtelo, Winger. Ti
posso dire che dovevo avvertire una persona, questo sì.”
Perplessa e nuovamente preoccupata, si
chiuse in un nodo in di gambe e braccia contro la portiera,
osservando le sagome scure che sfilavano attorno a lei, chiuse un una
fitta pioggia che non passa mai.