mercoledì 19 giugno 2013

Safeport, June 2515 - Part I

Atterrare a Safeport le aveva sempre messo una strana sensazione addosso. Non era un posto raccomandabile, eppure, fintanto che aveva Trigger accanto e stava in alcun posti, ben sicuri, poteva quasi sentirsi libera. Una sensazione ambigua, a cui non sapeva dare spiegazioni né cercava di farlo. Forse perchè, in fondo, le persone a cui teneva di più si erano sempre rifugiate lì, lontane dalla minaccia Blues. L'unico problema di quel pianeta era al pioggia. Continuava a cadere da giorni e non aveva la benchè minima voglia di uscire. Vergil si trovava sulla luna di Boyd e lei non poteva far altro che pregare che non tornasse a bordo con l'ennesima cassa di Mudder's milk.
Quattro casse di ricambi per il mercato nero, riciclati e recuperati da carcasse nello spazio: era questo il carico che dovevano portare su Safeport. Sapeva anche che doveva trovare qualcosa, un lavoro per poter in parte ammortizzare il carburante. Le spese continuavano ad essere alte e faceva il possibile per far quadrare ogni cosa. I prezzi erano rincarati e l'ultimo grosso intervento sulla Monkey aveva svuotato loro le tasche. Il The Machine era frequentato sempre dalla solita gente, per cui gli introiti non erano tali da poter supportare i trasporti intersistemi. Ma doveva tirare duro, fare il pilota era l'unica cosa che valeva davvero la pena fare. Sotto la pioggia si fanno gli incontri più strani, perchè in fondo tutti avrebbe pensato di vedere eccetto che Haggerty. E, se non fosse stato per una testa di cazzo che si era permesso di fare commenti sul suo sedere, probabilmente sarebbe sfilato via con la pioggia: a volte è destino.
Il chimico le raccontò di come si era messo in proprio, di come si era comprato una nave, di come i debiti lo perseguitassero, tanto quanto la sfiga. Le disse che lavorava sia per Blakbourne e lo Skyplex, sia per Black e la sua ciurma. Chiacchierarono, familiarmente, mentre lei spendeva le solite parole a favore di un suo lesto ritirarsi, del cercare di tenere salva la pelle, evitare di finire nei casini.

- Dirò che sono amico di Joe Black.
- Io non so quanto ti convenga, al giorno d'oggi, dire una cosa simile. C'è chi non lo ama particolarmente.
- Allora dirò di conoscere Jack Rooster.
- Io fossi in te eviterei proprio i nomi, chiudi la bocca, tieni la testa bassa e corri.

I consigli in fondo erano sentiti, perchè Huck era pur sempre un Corer. Lo vide allontanarsi di corsa, lo seguì finchè le fu possibile e poi convinse Trigger a scendere e chiudere la nave.

- Dobbiamo andare a cercare qualche altro lavoro, Trig.
- Aye, kid. Però credo che sia meglio se rimani qui.
- No way. Io vengo.
- Listen... riesco a tirare su qualche lavoretto in più se non ci sei.
- Io sono il primo ufficiale.
- I know, ma sei una donna, e agli uomini duri farsi mettere i piedi in testa da una ragazza non è che piaccia molto.
- ...
- Lo sai che ho ragione. Staremo tutti più tranquilli. Ti lascio in un posto sicuro, naye? Così non devi stare qui chiusa a pensare alla scorta di Mudder's Milk che ci aspetta.
- Damn... I really hope not.

Lui rise, e nel mentre scivolarono fuori dalla nave, chiusa con i codici di sicurezza. Presero una jeep, un tipo, vecchia conoscenza di Trig, quando era un pilota dell'esercito indipendentista. Non potevano trovare posto migliore dove mollarla: Devil's Den.
Frenarono e la scaricarono lì, come si mollano i bambini nel cortile della chiesa prima di scappare a sbronzarsi da qualche parte. Non ne era felice, ma sapeva che se dovevano lavorare era il modo più rapido per trovare qualche ingaggio. Il destino però non aveva finito con lei. Si ritrovò a salire sul porticato davanti al locale e posare lo sguardo su di un viso talmente familiare da rubarle il respiro.

- Andrè...
- Suprise... suprise...
- It's really you!

Il tempo nella sua testa si era fermato. Quel sorriso stregattesco che si arrampicava d'istinto fino agli occhi completamente persi, liquidi di follia e un pizzico di spensieratezza. Lo avrebbe riconosciuto nonostante il suo essere pallido e scavato, il dolore che gli serpeggiava sotto pelle, le ferite invisibili dell'anima. Dovette toccarlo, per essere sicura che non fosse un miraggio,uno scherzo delle pasticche o del dolore, che percepiva, sempre, immancabile, e non la faceva dormire. Il pad al polso lampeggiava, ma non aveva importanza. Era fuori.
I compari del Profeta di Shadetrack reclamavano la sua attenzione, e lei non potè far altro che guardarlo, gustarsi la ritrovata libertà dell'ennesimo spicchio d'anima.

- Non sai quanto ho pregato per te.
- Allora mi hai salvato, sorella.

Di solito dicono che le sorprese vengono sempre a tre a tre. I suoi occhi si distraevano poco sa Andrè, una sorta di incredulità era radicata nel profondo di lei, così quando vide Philip, non si stupì e semplicemente accantonò il tutto come l'ennesima allucinazione. Venire smentita tre volte di fila nell'arco della giornata le fece dubitare di avere ancora un minimo di buon senso, o di sesto senso, in ogni caso, di senso e basta. Il biondo con lo stranissimo accento lo richiamò, così come il ragazzo con la barba. I loro visi non erano nuovi, ma l'arrivo di Philip spazzò via ogni tentativo di mettere a fuoco tra i ricordi annebbiati.

- What the f...?!?! Kiddow!
- Winger!

Non riuscì nemmeno a concludere, che si ritrovò a dover uscire di lì. Il c-pad continuava a suonare ed era una chiamata che non poteva ignorare. Non poteva davvero accantonare quel richiamo, così fu costretta ad uscire. Uscire, con la chiara volontà di rientrare, di capire cosa diavolo ci facesse il ragazzo lì. Andrè non se la cavò a buon mercato, giacchè lei insistette, non poco, perchè il ragazzo si facesse controllare da un medico, vista la cera non propriamente sana.
Trigger stava passando a prenderla, dopo aver recuperato un lavoro, al volo, e con la presenza di Vergil che tornava a brillare. Un messaggio, ritardato dai problemi di comunicazione con Boyd's, che chiedeva di passarlo a prendere e puntare su Phoenix. Avrebbero dovuto fare tappa a Bullfinch, per mollare un paio di passeggeri, ma forse ce la potevano fare.

- Sembra che tu abbia visto un fantasma, winger.
- Almost... Philip.
- Philip, our Philip?
- Aye...
- Che cazzo ci fa lui qui?

La portiera della jeep sbattè ruomorosamente, mentre lei si accomodava sul sedile posteriore, strisciando contro il tessuto sintetico, bagnato dal suo poncho zuppo.

- God only knows.
- Bah.

Lei scrisse un messaggio, una domanda semplicemente:

Ancora non mi hai detto che ci fai a Safeport, Kid”

La risposta lampeggiò a breve sul display del pad:

Non posso dirtelo, Winger. Ti posso dire che dovevo avvertire una persona, questo sì.”

Perplessa e nuovamente preoccupata, si chiuse in un nodo in di gambe e braccia contro la portiera, osservando le sagome scure che sfilavano attorno a lei, chiuse un una fitta pioggia che non passa mai.